13 Gen 2021

La residenza per “Il canto delle balene”

Il Canto delle Balene è il primo lavoro che firmo in cui scelgo di sottrarmi alla scena affidando l’azione a Matteo Ramponi, performer e amico di cui ho sempre ammirato l’abilità nel diventare invisibile. Posto all’interno di una coralità lui sembra dissolversi tra i corpi diventando baricentro del movimento collettivo. Il Canto delle Balene è però anche un’opera che ha debuttato sull’orlo del precipizio. Era marzo 2020, in Italia venivano chiusi gli aeroporti. A Gent, in Belgio, noi andavamo in scena senza capire. Sentivamo arrivare con forza qualcosa a cui non eravamo in grado di dare un nome, troppo dentro alla tempesta per saper guardare. Il lavoro era stato scritto intorno ai concetti di lontananza e di richiamo, quando ancora queste parole non erano state ridefinite, ma si è trovato a debuttare nel momento esatto in cui questi termini di tingevano di tetri significati. Noi abbiamo solamente potuto rilassare i muscoli e non opporci alla tormenta. E ora, quando a distanza di mesi ci riavviciniamo a questa creatura, come possiamo parlarne?”

Chiara Bersani, performer e autrice attiva nell’ambito delle Performing Arts, del teatro di ricerca e della danza contemporanea

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