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Cosa rimane?

               È la domanda che guida il blog di Lavanderia a Vapore, modellato intorno a pratiche di documentazione che testimoniano i processi coreografici nella loro fase più vulnerabile ed embrionale. Suggerendo di reimmaginare la documentazione della danza come un insieme di resti, tracce incarnate, affetti e suggestioni, il blog cerca di portare alla luce il campo di forze, la relazione organica tra il danzatore e chi è testimone, come paesaggio in cui apprendere e generare conoscenza.

Il blog diventa un archivio speciale con un approccio fluido all’organizzazione della fruizione e conoscenza. Gli editoriali mensili sono Manifesti temporanei e offrono traiettorie tematiche, filtri interpretativi che ogni mese promuovono prospettive plurali di lettura. Queste consentono di accedere a contenuti che, con un’attenzione specifica alla poesia dei materiali, si chiedono come la danza influenza i corpi e come le tracce lasciate continuino a operare nel mondo. Il lettore è invitato a vagare in un paesaggio di materiali multistrato, dislocato senza gerarchie in cui tuffarsi, immergersi e creare connessioni.