17 Mag 2021

Il bando Stilldigital o dell’incontro tra danza e piattaforme digitali

L’edizione 2020 del festival Interplay LINK di Torino si è necessariamente dovuta svolgere in gran parte a distanza, in modalità streaming: a novembre ho condotto con Sara Sguotti e Teodora Castellucci le due serate, totalmente ripensate per la fruizione online. Questo format, composto dalla visione di uno o più video brevi (nel caso di Sara Sguotti anche di un work in progress) unito a un Q&A con gli spettatori, ci è parsa un’opzione gradita al pubblico affezionato da troppo tempo lontano dai teatri (ma che continua ad aver fame di spettacoli e di ricerca) e al tempo stesso può intercettare un nuovo pubblico che non può frequentare fisicamente i festival, in primis per motivi di distanza ma anche per la poca tenitura degli spettacoli.

Forte di questa esperienza, all’inizio dell’anno, la direttrice artistica Natalia Casorati ha lanciato la prima edizione del bando Interplay Stilldigital che propone un sostegno produttivo a progetti che uniscono la danza contemporanea con le piattaforme digitali. Nel bando veniva espressamente richiesta la collaborazione con un videomaker per la realizzazione di un video di 30 minuti da presentare in modalità streaming durante l’edizione 2021 del festival.

Ho avuto la fortuna di far parte della giuria – insieme a Antonio Pizzo, Laura Gemini, Natalia Casorati, Francesca Pedroni, Carlotta Pedrazzoli e Valentina Tibaldi – e la possibilità di vedere tutti i video dei progetti (circa 60, compresi 8 nella categoria “giovani”) che si sono contesi il premio del pubblico, basato sui Like ricevuti sul sito di Interplay.

Rispetto a questa selezione, il primo dato da sottolineare è la presenza tra i candidati di nomi importanti del panorama nazionale della danza contemporanea: dai maestri alla nuova generazione di “danzautori” fino ai giovanissimi venuti fuori dalle ultime vetrine e residenze. Questi curricula variegati hanno permesso diversi approcci alle nuove piattaforme digitali.

C’è chi ha optato per la forma documentaristica, andando a raccontare il making of dei propri spettacoli ma anche il rapporto della danza con le città e i paesaggi naturali. C’è chi si è ispirato all’esperienza della videodanza attualizzandola con le possibilità dei nuovi mezzi digitali, che permettono riprese più dettagliate e movimenti di macchina più ricercati. Alcune proposte si sono concentrate sulle possibilità “danzanti” della videocamera, per un nuovo rapporto fra corpi e mezzo digitale.

Reputo che gli esperimenti più interessanti siano stati quelli che si sono posti la questione della piattaforma da utilizzare attualizzando la propria ricerca coreografica e soprattutto cercando di mettere “in crisi” l’occhio dello spettatore, sicuramente meno libero nella fruizione video ma anche più disposto a mettersi in gioco grazie alle possibilità del digitale.

Dopo un lungo e stimolante confronto tra tutti i giurati, Giselda Ranieri e il Collettivo Diane si sono aggiudicati il premio di 4000 euro di sostegno alla produzione con il progetto RE_PLAY WIRELESS CONNECTION “per la capacità di mettere in relazione spazio scenico e spazio mediale tra sperimentazione coreografica e riflessione sul formato digitale”. Il premio “Off”, rivolto a giovani coreografi di area piemontese (1000 euro) è andato a Giulia Cervelli e Tommaso Cavalcanti con AFTER, “per l’utilizzo dello spazio urbano e del video sul tema della solitudine in periodo pandemico”. I due spettacoli digitali verranno trasmessi in streaming il 24 maggio alle ore 21 durante una serata del festival Interplay 2021.

Menzione speciale a Claudia Caldarano e Giulia Lenzi con il progetto RIFLESSIONI “per l’originalità della ricerca giocata sulla deformazione dell’immagine e su una qualità danzante del montaggio”. Il video verrà trasmesso nella serata di Interplay 2021 dedicata alla premiazione. 

Infine, ci è sembrato giusto segnalare Marco Augusto Chenevier / Association Compagnie Les 3 Plumes e Andrea Carlotto con SYNERGEYA AUGMENTED PROJECT “per la consapevolezza della dimensione performativa del digitale, che può trasformarsi in “rito contemporaneo” potenziando l’interazione con lo spettatore e il coinvolgimento del pubblico online” e Opera Bianco e Fabio Tomassini con PHANTASMATA “per la limpidezza compositiva che distilla elementi archetipici dell’espressione coreografica e per il linguaggio video che richiama le origini dell’immaginario cinematografico”.

Come dimostrano anche altre iniziative realizzate negli ultimi tempi, quali i bandi “Residenze digitali” promosso dal Centro di residenza della Toscana e “BUGS” promosso da alcune residenze artistiche sempre toscane, credo che ormai la strada sia segnata e queste nuove esperienze accompagneranno la visione teatrale tradizionale stimolando la ricerca e la creatività e soprattutto intercettando nuovi spettatori.

Simone Pacini, fattiditeatro

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