23 Giu 2021

Se guardi muovendoti, vedi di più

Nel progetti europei DANCE, Wholodance e attualmente nel progetto FET PROACTIVE EnTimeMent, la ricerca scientifica di Casa Paganini-InfoMus ha sviluppato modelli computazionali e tecnologie che integrano scienza del movimento, sonificazione interattiva, analisi automatica di comportamento non-verbale full-body, espressività, emozioni, segnali sociali.

Una delle direzioni della ricerca riguarda quello che abbiamo definito come paradigma della lentezza SlowMood, ispirato anche alla coreografia e alle arti interattive. 

Se guardi muovendoti vedi di più: se provi a riattivare il tuo corpo, impari a vedere. È possibile estendere questa idea di pedagogia della danza in una forma che non preveda la necessità di mediazione autoriale da parte di artisti come Virgilio Sieni? Possiamo tradurre operazioni autoriali in operazioni di automazione fruitiva? 

L’obiettivo è riattivare e riappropriarsi della capacità di percezione: riuscire a far passare l’idea di percezione dell’arte al di fuori dalle griglie della comunicazione verbale.

Molte persone non sanno più guardare un’opera d’arte: non hanno più la lentezza necessaria. Le immagini sono pervasive, grazie soprattutto alle nuove tecnologie, ma siamo in realtà ciechi alle immagini. 

Nella nostra ricerca uno degli obiettivi è trovare dei modi per ri-insegnare alle persone a vedere, attraverso forme di comunicazione non verbali (suono e gesto). Tecnologie sempre più potenti e veloci finalizzate a rallentare – e rendere così più profonda – l’esperienza dell’opera d’arte (il paradigma SlowMood).

Nella tradizione iconografia dell’occidente dal Medioevo al 600 il gesto è al cuore del significato della composizione: da questa tradizione noi potremmo provare a insegnare di nuovo a guardare.

Non siamo interessati a ricostruzioni 3D, avatar, realtà virtuale, ma piuttosto a tecnologie “invisibili” o ”trasparenti” che non richiedono attenzione sulla tecnologia, non creano barriere tra le persone e tra le persone e le opere d’arte.

Da queste premesse ha preso forma, negli ultimi due anni, il progetto DanzArTe.

Antonio Camurri

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Appunti per una comunità che Danza

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