2023/2024
WISHING
MACHINE
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PRATICARE IL DESIDERIO
Lavanderia, come wishing machine, si trasforma in un organismo che non avvera né soddisfa desideri, ma offre alle persone una palestra per praticare il desiderio, per imparare a desiderare a partire dalla riscoperta e ascolto profondo del piacere inteso come spazio di riscoperta del se e di possibile ribellione.
Siamo corpi cablati per provare sensazioni, eppure sembra aver trionfato oggi una biopolitica in cui l’anestesia è il valore dominante, al massimo controbilanciata da parole come dovere, sacrificio e frustrazione. Vogliamo piacere senza provare il piacere.
Vogliamo quindi esercitarci in piccole forme di agopuntura personale e sociale, percorrendo esplorazioni artistiche capaci di toccare le corde del corpo, sbloccare una complessità propria di identità stratificate, ponendo domande critiche ed esperienze che ci aiutino a muovere verso una forma gioiosa di vivere.
Desiderare è una coreografia del corpo e dell’immaginario che sa di altrove, flirta con l’impossibile per ridare corpo ad una visione di alternative e pluriversi, un motore energetico e volitivo che mobilita risorse sopite dal presente che appalta il monopolio dei valori alla rassegnazione o alla prepotenza, nutrendo piuttosto la nostra potenza dentro un circolo perenne, verso lo slancio siderale, verso qualcosa che ancora non c’è e sa di futuro.
Indaghiamo il desiderio non come oggetto connesso all’avere (vincolato al bisogno di possesso indotti dal paradigma capitalista) ma il desiderare come verbo, come pratica e postura che è il motore verso l’ineffabile, verso qualcosa che sfugge, verso un paesaggio futuro da immaginare insieme o da aggiustare ribaltando il presente: un vaticinio verso la scoperta di chi siamo e possiamo diventare, corpo, individui e società.
In questo senso, desiderare significa mettere a fuoco un volere e ritrovare il piacere, ed è la strada verso una rivoluzione politica, imprevedibile, irresistibile, instancabile e sostenibile.
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