CONCERTO_THE INVISIBLE DANCE + DAUGHTERS | téchne

residenza collettiva di formazione tecnica
tutor Gianni Staropoli
con Fabritia D’Intino, Teodora Grano e Federico Scettri

Quali sono gli incontri generativi e necessari? Come si riflette nelle estetiche e nei processi creativi?  Di quali condizioni strutturali e incontri i processi e lə artistə hanno bisogno?

La Lavanderia a Vapore tenta di rispondere a queste domande offrendo uno spazio-tempo protetto e poroso, innervato di relazioni, in linea con la direttrice drammaturgica scelta per la stagione in corso e riassunta nel claim “Maneggiare con CURA”. Il Centro di Residenza di Collegno declina infatti la cura anche come specifico approccio alla curatela artistica, cercando forme e progetti capaci di rileggere le simmetrie del comparto e diffondere una cultura del fare collettivo. In questo alveo si inserisce il bando τέχνη – téchne, che per l’edizione 2023 si trasforma in una residenza collettiva di formazione tecnica rivolta a 3 coreografə e compagnie di danza, guidatə da Gianni Staropoli, light designer, in un percorso intensivo dedicato alla drammaturgia della luce e all’esplorazione della dimensione tecnica come aspetto fondante del processo creativo, tra strumentazione e possibilità. Un percorso di formazione condivisa e collaborativa in cui i partecipanti, a partire da un proprio progetto artistico in divenire, avranno modo di scandagliare visioni e nozioni pratiche relative alle componenti della luce, del suono e dello spazio al fine di leggere e comprendere la tecnica non come elemento da configurare nella fase conclusiva del prodotto artistico, ma come dimensione da pensare in nuce, in quanto stratificazione della drammaturgia del progetto.

CONCERTO_THE INVISIBLE DANCE
di e con Fabritia D’Intino
con la collaborazione di Federico Scettri

Il progetto, pensato come un concerto-performance animato da una presenza sonora e una fisica, è diluito in forma di ambiente, spazio installativo, chill zone. Il pubblico è disposto irregolarmente, seduto o sdraiato comodamente. La luce alterna stati crepuscolari, notturni e fluorescenti. La logica e la sintassi del lavoro si muovono attorno all’idea di “danza che si fa invisibile”, di un corpo cioè che sceglie di manifestarsi negando o de-prioritizzando la percezione retinica. Dance like nobody’s watching è pertanto il claim motore della ricerca. Che ne è della danza se nessuno la vede? Un momento di riposo dall’iper-esposizione del corpo e del sé. Un nuovo patto tra pubblico e performer, in cui si tradisce il paradigma teatrale, per concedersi un momento di pausa, di rilascio, di sparizione.

DAUGHTERS
di e con Teodora Grano
sostenuto da MAROSI
all’interno del progetto di ricerca e mentoring coreografico Around a process of making 2022
e parte dell’azione di supporto della Rete Anticorpi SupportER 2023-2024

Molte cose sono dipese dal fatto di chiamarmi Teodora.
Tutti dicono che sono la copia di mia madre.
Ma io non gli ho mai creduto.
Preferisco non avere debiti con nessuno.
Misuro in lunghezza 150 centimetri esatti.
Le mie ossa sono atee.
Sono nata in primavera.
Ho scoperto a 20 anni di avere un corpo.
Le cose preferisco ricordarle a modo mio.

La porta di ingresso che mi ha portata alla danza è stata quella del piacere e forse dell’ignoranza. In uno stato di danza cerco una certa infanzia, una randomness illogica, un formalismo punk. Confluiscono in me certe influenze: il cinema e la letteratura sono sempre presenti, come un filtro, ma la pratica che più informa il mio corpo e il mio pensiero è la scrittura. La mia pratica è profondamente orientata alla creazione nel dialogo. Le esperienze che cerco sono quelle della creazione e ricerca in dinamiche collettive e relazionali. Interrogare i rapporti tra scrittura e danza per me sottintende a un discorso più ampio del puro come la pratica dello scrivere sia già storicamente legata a quella del movimento. Non è una forma collaterale alla pratica del corpo, entrambe sono figlie simultaneamente ed insieme. Questo è il tema che anima la mia ricerca. (T. G.)